-Si fa sempre più urgente l'esigenza di capire in che epoca stiamo vivendo. Non più nel vecchio mondo, ma nemmeno in un "altro mondo" o in un "nuovo mondo"-
su indicazione del personalissimo cosmotaxi del nostro Armando Adolgisio vogliamo proporre un testo che ci promettiamo di commentare al più presto.
Figurazioni del possibile. Sul contemporaneo tra arte e filosofia
Romano Gasparotti. Euro 22.00 ed.Cronopio.
qui di seguito la recensione di cosmotaxi
La casa editrice Cronopio, proseguendo nella sua linea di pubblicazioni attente a rilevare i dibattiti estetici in corso, manda in libreria Figurazioni del possibile Sul contemporaneo tra arte e filosofia, libro che riflette sul confronto fra espressività e nuove estetiche, sui suoi risvolti in un mondo che è diventato pluralità di mondi del sentire e del vedere. Il volume procede attraverso l'interrogazione di alcune parole-guida, novelle sibille che tra stili e forme appaiono decisive tanto per la riflessione filosofica quanto nelle pratiche artistiche del contemporaneo: opera, materia, colore, violenza, comunicazione, negazione . Ne è autore Romano Gasparotti. Insegna Fenomenologia dell'Immagine all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Prima del libro di cui qui si parla, la sua più recente pubblicazione è stata Filosofia dell'eros. L'uomo, l'animale erotico stampato da Bollati Boringhieri. A Romano Gasparotti, ho chiesto le principali motivazioni che lo hanno spinto a questo suo lavoro. Innanzitutto un dato. I fenomeni assai eterogenei che vengono messi insieme sotto l'espressione "arte contemporanea" sono ritenuti di dominio quasi esclusivo dei critici, i quali di solito si limitano a parafrasare, cioè a descrivere con le loro parole, ciò che si vede dell'evento o dell'opera. E' come se, al cospetto di un tramonto estivo, vi fosse bisogno di una guida turistica che dicesse: -ecco, quello è il sole di colore rosso, in alto si vede il cielo che si oscura, mentre in basso il cielo appare infuocato sul mare -. Il secondo motivo è una domanda (a cui il libro cerca di rispondere): forse l'arte odierna viene chiamata semplicemente "contemporanea" (ovvero ciò che l'arte è in ogni epoca), perché ci costringe a porci radicalmente la domanda Che cos'è l'arte? E quindi ci invita a riflettere sullo stupore che l'uomo prova di fronte all'apparire di qualcosa, di una figura, di un mondo? Gli antichi, del resto, sostenevano che la filosofia nasce proprio dalla meraviglia. Infine: se, da un lato, i fenomeni dell'arte contemporanea fanno pensare in senso forte, dall'altro, dal primo '900 in poi, la ricerca filosofica più avvertita sembra avere un necessario bisogno di confrontarsi e dialogare con l'arte. Come se al centro delle pratiche dell'una e dell'altra vi fosse la stessa misteriosa, ma assillante "Cosa". questa, invece, la recensione di libreriauniversitaria.it Ormai tramontata, con la seconda metà del XIX secolo, anche l'epoca delle grandi teorie estetiche, è accaduto che da un lato il pensiero filosofico abbia avvertito in maniera sempre più vitale il bisogno di guardare alle espressioni dell'arte e a quanto continua ad affiorare nell'arcipelago dell'arte contemporanea, mentre, nel contempo, l'arte ha sempre più riscoperto ed esibito il suo essere vita pensante, che si figura nell'epifania di un'opera, la quale mantiene una sua insopprimibile aura. Per questo, la via migliore per impostare rigorosamente la domanda sull'odierno modo di abitare lo spazio/tempo sembra essere la pratica pensante di un "guardare attraverso" (come sosteneva E. Garroni) - onde evocare il mistero dell'invisibile sfondo in cui è immerso il mondo - il quale cerca di collocarsi "tra" la riflessione filosofica propriamente detta e l'ascolto del "linguaggio delle cose mute" proprio dell'opera d'arte. Un tale esercizio di dialogo tra filosofia e arte, in cui questo libro si cimenta, si sviluppa attraverso l'interrogazione di alcune parole-guida, decisive tanto per la riflessione filosofica quanto nelle pratiche artistiche del contemporaneo. Esse sono: opera, materia, colore, violenza, comunicazione, negazione.
qui di seguito la recensione di cosmotaxi
La casa editrice Cronopio, proseguendo nella sua linea di pubblicazioni attente a rilevare i dibattiti estetici in corso, manda in libreria Figurazioni del possibile Sul contemporaneo tra arte e filosofia, libro che riflette sul confronto fra espressività e nuove estetiche, sui suoi risvolti in un mondo che è diventato pluralità di mondi del sentire e del vedere. Il volume procede attraverso l'interrogazione di alcune parole-guida, novelle sibille che tra stili e forme appaiono decisive tanto per la riflessione filosofica quanto nelle pratiche artistiche del contemporaneo: opera, materia, colore, violenza, comunicazione, negazione . Ne è autore Romano Gasparotti. Insegna Fenomenologia dell'Immagine all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Prima del libro di cui qui si parla, la sua più recente pubblicazione è stata Filosofia dell'eros. L'uomo, l'animale erotico stampato da Bollati Boringhieri. A Romano Gasparotti, ho chiesto le principali motivazioni che lo hanno spinto a questo suo lavoro. Innanzitutto un dato. I fenomeni assai eterogenei che vengono messi insieme sotto l'espressione "arte contemporanea" sono ritenuti di dominio quasi esclusivo dei critici, i quali di solito si limitano a parafrasare, cioè a descrivere con le loro parole, ciò che si vede dell'evento o dell'opera. E' come se, al cospetto di un tramonto estivo, vi fosse bisogno di una guida turistica che dicesse: -ecco, quello è il sole di colore rosso, in alto si vede il cielo che si oscura, mentre in basso il cielo appare infuocato sul mare -. Il secondo motivo è una domanda (a cui il libro cerca di rispondere): forse l'arte odierna viene chiamata semplicemente "contemporanea" (ovvero ciò che l'arte è in ogni epoca), perché ci costringe a porci radicalmente la domanda Che cos'è l'arte? E quindi ci invita a riflettere sullo stupore che l'uomo prova di fronte all'apparire di qualcosa, di una figura, di un mondo? Gli antichi, del resto, sostenevano che la filosofia nasce proprio dalla meraviglia. Infine: se, da un lato, i fenomeni dell'arte contemporanea fanno pensare in senso forte, dall'altro, dal primo '900 in poi, la ricerca filosofica più avvertita sembra avere un necessario bisogno di confrontarsi e dialogare con l'arte. Come se al centro delle pratiche dell'una e dell'altra vi fosse la stessa misteriosa, ma assillante "Cosa". questa, invece, la recensione di libreriauniversitaria.it Ormai tramontata, con la seconda metà del XIX secolo, anche l'epoca delle grandi teorie estetiche, è accaduto che da un lato il pensiero filosofico abbia avvertito in maniera sempre più vitale il bisogno di guardare alle espressioni dell'arte e a quanto continua ad affiorare nell'arcipelago dell'arte contemporanea, mentre, nel contempo, l'arte ha sempre più riscoperto ed esibito il suo essere vita pensante, che si figura nell'epifania di un'opera, la quale mantiene una sua insopprimibile aura. Per questo, la via migliore per impostare rigorosamente la domanda sull'odierno modo di abitare lo spazio/tempo sembra essere la pratica pensante di un "guardare attraverso" (come sosteneva E. Garroni) - onde evocare il mistero dell'invisibile sfondo in cui è immerso il mondo - il quale cerca di collocarsi "tra" la riflessione filosofica propriamente detta e l'ascolto del "linguaggio delle cose mute" proprio dell'opera d'arte. Un tale esercizio di dialogo tra filosofia e arte, in cui questo libro si cimenta, si sviluppa attraverso l'interrogazione di alcune parole-guida, decisive tanto per la riflessione filosofica quanto nelle pratiche artistiche del contemporaneo. Esse sono: opera, materia, colore, violenza, comunicazione, negazione.
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